Albert Uderzo, il disegnatore che insieme a Rene Goscinny ha creato Asterix nel 1959, oggi è un signore di 83 anni che (dicono) avrebbe comprato un caccia militare vero e una casa faraonica su consiglio del suo “idraulico” (e chi è, SuperMario?). Per questo e altro la sorella di Asterix, cioè la figlia Sylvie Uderzo, ha presentato una denuncia contro ignoti per circonvenzione di incapace. Non scherzo, lo dice il Corriere con tanti succosi dettagli. In ogni caso affari loro. L’unica vera notizia, cioè l’unica cosa che interessa tutti volenti o nolenti in questa storia, è da dove vengono, secondo me, buona parte della circonvenzione (se i giudici confermeranno che c’è stata) e della furia della figlia. Non dal voler controllare i soldi già guadagnati da Uderzo, ma quelli che arriveranno: “ricavi editoriali da 10 a 15 milioni di euro l’anno, gli introiti del parco Asterix, merchandising e diritti d’autore per le riduzioni cinematografiche”.
Checchè ne dicano certi estremisti, il copyright un senso e un valore ce l’ha ancora. Quello che non ha senso sono i suoi eccessi attuali, a partire dalla durata esagerata, circa 70 anni dopo la morte dell’autore. Qui il problema non è se hanno ragione la figlia o l’idraulico, è che stanno litigando perché sanno che chi vincerà, senza aver fatto nulla e anche se non saprebbe mai tenere una matita in mano, sarà l’unico a poter guadagnare milioni ogni anno per altri decenni.