Leggo, come tutti, tanti annunci che siamo in crisi economica terminale, che non dobbiamo “fare la fine della Grecia”, che dobbiamo fare immensi sacrifici e tagliare immensi sprechi. Poi, ovviamente, su quali sono gli sprechi e come tagliarli ci sono milioni di opinioni.
C’e chi vuole cancellare tutti o quasi i servizi pubblici, chi l’evasione fiscale, chi la burocrazia (vedi ad esempio i suggerimenti sull’argomento di Jacopo Fo.
Io non ho certo una risposta completa su come uscire dalla crisi.
Anche perche mi pare abbastanza probabile che nel breve/medio termine, tanti servizi pubblici e ammortizzatori sociali con cui siamo cresciuti spariranno comunque, almeno nella forma in cui esistono oggi e indipendentemente da chi governera, per ragioni fisiche legate agli EROI.
Pero mi pare inevitabile che una delle cose da fare per minimizzarne alcune conseguenze siano i dati aperti. Con questo termine normalmente si intende la pubblicazione online, in formati e con licenze adatte che ne permettano qualunque tipo di riuso anche automaticamente, via software, di tutti i dati delle Pubbliche Amministrazioni che non presentano problemi di privacy ma possono favorire parecchio trasparenza e attivita economiche: mappe, orari dei trasporti, dati degli appalti, eccetera.
Fornire questi dati nel modo giusto puo aiutare a combattere la crisi perche significa (anche) che quando un servizio viene privatizzato per “risparmiare” tutti i cittadini possono controllare come viene gestito. Con l’acqua, per esempio, che sia pubblica o privata conta ben poco se rimangono privati e segreti i dati sulla sua gestione.
Se privatizzazioni o radicali riduzioni/trasformazioni sono inevitabili, per la crisi o per ragioni puramente fisiche, i dati aperti possono farle avvenire nel modo giusto, o almeno meno dannoso possibile. Altrimenti, una privatizzazione e solo un passaggio da un monopolista che se ne frega di rendere conto del suo operato a un altro.