Comunico ufficialmente a tutta Internet, e pure a quelli che non ce l’hanno, che da stasera Kevin Williamson (nell’immagine) è il mio eroe. O meglio, non l’unico, ma quello che probabilmente da ora in poi invidierò e ricorderò più spesso, e chiedo formalmente a tutti gli Italiani di seguire il suo esempio.
Ecco il perché: la storia completa in inglese è qui, ma in sintesi, Williamson, che è un giornalista, l’altra sera è andato a teatro a vedere un musical.
Nonostante fosse uno spettacolo di gran livello e ovviamente dal vivo, dopo pochi minuti nè Williamson nè la fidanzata ci capivano niente, perché circondati da bande di cafoni che parlavano continuamente al cellulare. E anche quando stavano zitti disturbavano la visuale, cazzeggiando senza sosta su smartphone con schermi grandi e luminosi come fanali.
Durante l’intervallo la fidanzata ha protestato col gestore ma senza successo. A un certo punto Williamson non ce l’ha fatta più e ha detto alla disturbatrice più vicina, una delle più accanite: “guardi che il suo smartphone ci distrae continuamente, lo metta via”. Al che, la cretina ha risposto “allora non lo guardare”.
Williamson, incredibilmente, è riuscito a rimanere educato. Le ha solo chiesto se lei aveva un permesso speciale per usare lo smartphone durante uno spettacolo. Lei gli ha risposto di farsi i c…i suoi. A quel punto Williamson, pacatamente e serenamente, le ha strappato lo smartphone di mano e l’ha lanciato contro la parete opposta del teatro, dove probabilmente si è fracassato perché dice di averci messo tutti i sentimenti.
Lei gli ha dato uno schiaffo, ma chissenefrega, vuoi mettere? Poi dopo aver cercato invano i resti del cellulare, tant’erano finiti lontano, s’è finalmente levata di torno. Ora Williamson spera che lei sia tanto stupida da denunciarlo, cioè da rivelare pubblicamente la sua, di lei, identità. Io pure, francamente.
Viva Kevin Williamson! Che altro aggiungere? Solo due cose:
agli Italiani, di seguirne l’esempio
a produttori cinematografici e gestori di cinema che piangono miseria per gli incassi in calo, che non è affatto per la pirateria che io e tanti altri non andiamo più al cinema, ma soprattutto perché loro lasciano entrare e agire indisturbati cafoni del genere