In questi giorni impazzano le polemiche sulla legge elettorale, sul pasticcio che ha creato non dandoci una maggioranza, sul fare QUALSIASI governo, solo per riscriverla da capo e tornare subito a votare…
… anche se non mancano le prove, a partire da questa di YouTrend, che nessuna delle leggi elettorali passate o proposte finora avrebbe potuto fare di meglio. Ma allora, forse, in una legge elettorale dev’esserci anche qualcos’altro, oltre alle formule. Anzi prima di qualsiasi formula.
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Meno formule sui seggi, più qualità dei CANDIDATI?
Non sono certo un esperto, ma un sospetto ce l’ho: forse pensare solo a “facilitare maggioranze” è improduttivo, anche quando non è solo una scusa per fregare altri partiti. Finchè i candidati “di serie A” rimangono gli stessi, magari per decenni, è ovvio che saranno eletti sempre loro, qualsiasi formula venga adottata. E che, soprattutto, lavoreranno sempre più o meno allo stesso modo.
Ma se è così, forse nella prossima legge elettorale ci dovrebbe stare, per cambiare davvero, prima di tutto qualcosa di profondamente diverso da turni, coalizioni, soglie, formule matematiche per assegnare i seggi e via dicendo. Forse, prima di quelle cose, comunque fondamentali, dovrebbero essercene altre, di tutt’altra natura. Cose tipo, le butto giù in ordine sparso senza nemmeno rileggerle e senza crederci più di tanto nemmeno io (tranne l’ultima), tanto per spiegare che ho in testa:
- regole comuni ma obbligatorie per le primarie, se un partito vuole farle
- OBBLIGO di trasparenza completa per tutti i candidati, più e meglio di oggi. Con Open Data veri, controllabili automaticamente da chiunque, altro che scansioni di scontrini. Inclusi, per i già parlamentari, copie dei regolari contratti per tutti i collaboratori
- divieto di candidarsi per chiunque, di qualunque partito:
- abbia già fatto due mandati consecutivi… contando anche la legislatura corrente e quella precedente
- sia stato parlamentare solo di nome, avendo di fatto saltato almeno il 50% delle sedute. Per dire, indipendentemente da qual è il suo partito: perché mai dovrebbe essere ricandidabile un Ghedini col 99.28% di assenze?
- stia già ricoprendo qualche altra carica pubblica elettiva. Perché candidature multiple o strategiche, anche no
Ripeto: non sono un esperto, questi sono solo suggerimenti che forse si sta parlando delle cose sbagliate. Se interessano stabilità, serietà, competenza, ricambio … forse, almeno in Italia oggi, è più urgente mettere vincoli a priori, più stringenti e soprattutto uguali per tutti, su chi può andare a far danno in Parlamento e per quanto, che inventarsi nuove formule su come spartire poltrone… fra chiunque, non importa quanto inadatto, purché abbia gli agganci giusti.
PS: offro una birra virtuale e la mia eterna gratitudine al primo che saprà fare l’elenco completo di chi (non) sarebbe in Parlamento oggi se il 4 marzo 2018, a parità di voti espressi, almeno i divieti di cui sopra fossero stati già in vigore. Tanto per farsi due risate.