Uno degli argomenti della settimana è l’ondata di dimissioni più o meno paracule dei presidenti delle Province. Poiché pensano che questa volta (non per visioni politiche di lungo respiro, solo perché sono finiti i soldi) tante Province spariranno, se ne chiamano fuori in tempo per cercare un posto libero in Parlamento.
A me mosse del genere danno fastidio per principio, in generale, almeno da quando Rutelli si candidò alle Europee del ‘99. Cioè solo due anni dopo aver strillato in tutte le piazze di Roma che, se eletto, avrebbe lavorato dalla mattina alla sera per Roma per quattro anni.
Se il dipendente di un’azienda si dimette senza preavviso perché ha trovato chi lo paga il doppio, in generale non ci vedo nulla di male. Beato lui. Ma se ti chiedo “c’é mia madre che sta male e mi fido di te, per favore puoi starle vicino tu finché non torno?” e tu rispondi sì ma poi te ne vai appena trovi qualcosa di più interessante da fare, non va bene. Per niente. Forse dovrebbe essere così anche per le cariche pubbliche elettive.
Forse, vincere qualsiasi carica pubblica elettiva, da consigliere circoscrizionale a parlamentare europeo, dovrebbe implicare automaticamente il divieto di candidarsi a qualsiasi altra carica dello stesso genere fino alla scadenza naturale di quel mandato. Idem per le candidature, ovviamente: qualora elezioni regionali e nazionali capitassero nello stesso momento, per esempio, puoi correre solo in una.
Sei stato, poniamo, eletto consigliere comunale a partire dal primo giugno 2010? Benissimo, auguri, ma allora non potrai candidarti a nessun’altra carica pubblica il cui servizio dovrebbe iniziare prima del primo giugno 2015 (nemmeno se la giunta dovesse cadere prima di quel termine, ovviamente, per evitare giochetti poco puliti).
Perché non é possibile svolgere bene due o più incarichi del genere simultaneamente, e perché questi sono servizi, impegni seri, mica posti di lavoro normali. Non devi potertene fregare così della fiducia di chi ti ha votato.
Principi a parte, pensate a quanto più ricambio avremmo sommando misure del genere al limite, almeno per certi incarichi, di assumerli per più di 2 mandati consecutivi.