L’unico collegamento fra un aeroporto intercontinentale e un quartiere di Roma con ~100mila abitanti, di cui non pochi lavorano nello stesso aeroporto, sta cascando a pezzi e comunque “non basta”. Ma le soluzioni proposte sono davvero le migliori?
Il ponte in questione è quello chiamato “della Scafa”. Ad agosto 2018 è stato prima chiuso, poi reso a senso unico alternato perché non ce la faceva più a reggere il suo stesso peso e quello del traffico che lo attraversa. Anche senza questo blocco, il traffico è tale che da anni si pensa di sostituirlo con uno così:
Se il ponte attuale sta crollando, è ovvio che va rifatto prima possibile. Ma personalmente ho forti dubbi che sostituirlo con un bestione come quello in figura sia davvero necessario, o che risolverebbe niente.
Cosa ne so, e perché parlo:
- su quel ponte ci passo personalmente mediamente una volta a settimana, a tutte le ore possibili, da quando c’era quello temporaneo di barche
- ho parecchi amici e parenti che ci devono passare almeno due volte al giorno da decenni, quasi tutti perché lavorano in aeroporto
- per lo stesso motivo, so bene come erano e sono aziende e condizioni di lavoro nell’aeroporto di Fiumicino, dagli anni ‘80 (mamma Alitalia) a oggi (frammentazione massima,sub- e sub-sub-appalti a go-go, sempre più dipendenti precari con gli orari più variabili, nessuna conoscenza reciproca e nessuna possibilità di organizzarsi… con i metodi tradizionali)
Prima parliamo dei dipendenti di Fiumicino
Come dicevo sette anni fa un nuovo megaponte su via della Scafa è la risposta migliore (forse) alla domanda “Come far scorrere il traffico su Via della Scafa?”, che è una domanda molto meno necessaria e interessante di “Come ridurre il traffico su Via della Scafa?”
Chiunque oggi viva nel X municipio di Roma e lavori in aeroporto non dovrebbe mai doverci andare con auto propria, anche se di ponti ce ne fossero dieci. Dovrebbe solo poter fare la stessa cosa dei suoi predecessori, quelli andati in pensione fino a ~15 anni fa, che non hanno quasi mai dovuto usare la loro auto per andare al lavoro. I pullman aziendali fra Ostia e aeroporto, per qualunque turno o quasi, erano la normalità. Un pullman da 50 posti pesa molto meno e occupa molto meno spazio di 50 auto, ognuna con una persona sopra. Senza contare l’aumento di stipendio esentasse costituito dal risparmio di benzina e minori spese di manutenzione auto.
Ponte o non ponte, è cretino causare tanto traffico, spese personali e inquinamento senza ragione, anzichè tornare a fare le cose come si deve.
Certo, i pullman di una volta li concedeva “il padrone”, cioè le (relativamente) poche aziendone tipo Alitalia o AdR che regnavano sullo scalo. Oggi quel modello non è più replicabile. Oggi, per preciso calcolo, in aeroporto o da qualunque altra parte non c’è più un unico “padrone” facilmente riconoscibile, a cui chiedere l’elemosina del pullman, o far causa se ti lascia in mezzo alla strada senza giusta causa.
Verissimo. Però oggi in aeroporto lavorano comunque parecchie migliaia di persone, cioè un cliente di tutto rispetto se solo riuscissero ad “apparire” come un solo cliente. Soprattutto oggi, se solo si comincia a guardare dalla parte giusta, c’è anche abbastanza tecnologia per non dover chiedere l’elemosina ai padroni, almeno in casi come questi.
Oggi c’è abbastanza tecnologia per mettere insieme una cooperativa, circolo o quel che vi pare di lavoratori aeroportuali che possa usare una specie di “Uber dei pullman privati”. Senza chiedere elemosine o permessi a nessuno. Come ho proposto sei anni fa. Perché nessun sindacato ci prova?
Di ponti fatene pure dieci, ma non dite che servono perchè migliaia di persone devono andare al lavoro in aeroporto dal X Municipio. Quelle sono persone che possono e devono tornare ad andare in pullman, e scoprire che oggi possono ottenere questo “benefit” molto più facilmente di un tempo. Dargli un ponte serve solo a fargli bruciare altro tempo e soldi finche (forse) andranno in pensione, e a mantenere costanti (se va bene) i livelli di polveri sottili, malattie connesse, e incassi da autovelox su via della Scafa. A proposito di quegli autovelox, la sapevate ‘sta cosa?
Già che ci sono, sempre a proposito di “pendolari aeroportuali”: una volta, piloti e personale di volo avevano non i pullman “di linea”, ma proprio dei pulmini che venivano a prenderli sotto casa. Ora anche loro aumentano il traffico inutile, perché glieli hanno tolti. Questa è una solenne idiozia che non dovrebbe mai essere permessa. Chi deve garantire la vita di 2 o 300 persone a 10 km d’altezza deve entrare in aereo più riposato possibile. Non inc..ato nero e indolenzito perché ha dovuto farsi 40 minuti in prima/seconda, o assonnato perché dovendosi trovare il parcheggio è dovuto uscire da casa mezz’ora prima.
Sul traffico in generale, sui ponti e non
Chiarito come e perché buona parte del traffico che “carica” il ponte della Scafa va spostato su pullman a priori, qualunque ponte ci sia sotto, parliamo di quali altri problemi risolverebbe un ponte della Scafa “maggiorato”:
Ovvero, parliamo della fede che aggiungendo superficie asfaltata il traffico si riduca. Chiunque viva a Roma sa benissimo che quella fede è pienamente giustificata:
e se la realtà di Roma non vi basta, nessun problema. Di articoli e studi scientifici che spiegano da anni come aggiungendo corsie e strade il traffico invariabilmente aumenti ormai ce ne sono quanti ne volete. Cominciate pure da quelli elencati qui sotto, e poi chiedetevi di nuovo se volete insistere con “soluzioni” che alla fine fanno guadagnare solo chi le costruisce, o cominciare a pretendere soluzioni durature, che risolvono anche altri problemi e non sono quasi mai più difficili o costose delle solite “grandi opere” stradali. Anzi, chiediamolo agli amministratori locali.
Conclusione? A me pare proprio che:
- ponte a parte, è ora di aiutare chi lavora in aeroporto ad andarci in pullman. Non è affatto fantascienza, è solo quello che si faceva una volta e oggi è ancora più facile
- spostare su pullman tutte quelle persone, e mettere in piedi lo stesso servizio anche per chi va a Parco Leonardo/Da Vinci, riduce traffico, inquinamento, tempo sprecato e multe molto di più di tre ponti messi insieme
- il nuovo ponte si può dimensionare sul traffico reale che resterebbe dopo queste misure. Senza credere per un secondo che “ridurrebbe il traffico” per più di pochi anni. Non senza ulteriori misure anti-auto
Letture consigliate
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- Fenomeno del traffico indotto, su Wikipedia