Qualche ora fa ho saputo dell’editoriale di Feltri sull’egoismo e le scarse capacita degli adolescenti sull’isola di Utoya, che hanno pensato solo a nascondersi invece di attaccare chi li stava massacrando uno alla volta. Poiche tanti dettagli importanti per valutare quello specifico articolo sono probabilmente “seppelliti” in una montagna di pagine Web in inglese e ancora di piu sono disponibili solo in Norvegese, ho chiesto ai Norvegesi in ascolto online di commentare la sintesi in inglese di quanto scritto da Feltri gia pubblicata da lettera viola.

aggiornamento 25 luglio, ore 19:55: in realta, la storia come presentata da lettera viola non sarebbe completa, vedi qui. Anche in quel caso, da quanto scritto qui sotto non si tratterebbe di una novantina di “giovani” uccisi fra i “500 pratecipanti a un raduno annuale di laburisti”, ma di qualcosa di piu simile a un tiro al piccione in mezzo a un mucchio di bambini o poco piu

Quella che segue e una mia traduzione/sintesi dei primi quattro commenti di risposta, arrivati in un paio d’ore. Se ne arriveranno altri, pubblichero anche quelli.

Commento da Mette Heimgard

I primi a essere colpiti sono stati gli adulti nell’edificio principale che fa da ingresso all’isola. La maggior parte degli altri erano ragazzini di eta compresa fra i 10 e i 16 anni. Io davvero non riesco a capire come una persona adulta come questo giornalista potesse seriamente aspettarsi che dei ragazzini riuscissero a organizzarsi di fronte a qualcuno con una pistola. Stiamo parlando di un paese in cui nella vita di tutti giorni le armi da fuoco non si vedono nemmeno addosso alla Polizia.

Ci sono resoconti di persone che si sono trovate proprio di fronte a lui, gli hanno chiesto di smettere eccetera, e lui li ha stesi, punto. Allora gli altri hanno cercato di prendersi cura di se stessi a vicenda, aiutando i feriti e cercando di usare i loro cellulari per calmarsi gli uni con gli altri, inviando messaggi d’aiuto eccetera.

Che Dio perdoni questo giornalista che chiama questi ragazzi egoisti. Evidentemente non sa di cosa sta parlando, non sa che sono da rimproverare. Si sono aiutati a vicenda, prendendosi cura dei feriti anche quando loro stessi erano feriti.

Questo giornalista pensa come un vecchio che ha visto troppi film d’azione: stiamo parlando di bambini innocenti e delle loro reazioni. Mi piacerebbe vedere le sue reazioni da quindicenne, di fronte un uomo armato che ha appena spaccato a revolverate la testa dei suoi migliori amici.

Mette ha anche fornito link a questi video e articoli in inglese per chi volesse saperne di piu:

Commento da Geir Waaler

Voglio confermare quanto detto da mette. Cercate di capire di che stiamo parlando. 600 ragazzini su un’isoletta, coordinati da una manciata di adulti. Tutti gia scossi dalle notizie delle bombe a Oslo.

I primi a essere uccisi sono stati gli adulti, le guardie, il poliziotto che era presente. Tutta gente che stava cercando senza paura di fermare quell’assassino vigliacco. Tutti ammazzati a sangue freddo. Senza mezzi validi per fermare un terrorista, le opzioni che hai davanti sono poche. Corri per salvarti la vita.

Udire qualcuno che chiama egoisti quei ragazzi mi spezza il cuore. I loro resoconti parlano di giovani disinteressati, i piu grandi che aiutavano i piu giovani, senza lasciare indietro nessuno. Di amici che cercavano riparo insieme, cercando di salvare i feriti.

Molti hanno cercato di fuggire a nuoto. Fin troppi sono stati uccisi mentre nuotavano. I sopravvissuti si sono aiutati a vicenda, facendosi coraggio l’un l’altro man mano che gli mancavano le forze. Quello che cercavano di fare e un lungo percorso a nuoto, anche per chi e calmo e in buona forma fisica. Questi erano ragazzini in preda al panico, che stavano sperimentando l’inferno in Terra. Altruista, empatici, spaventati a morte.

Un ragazzino, di soli 11 anni di eta, ha visto colpire suo padre proprio davanti ai suoi occhi. In stato di shock, ha comunque affrontato l’assassino, gridando “Hai ucciso il mio papa! Sono troppo giovane per morire - va’ via!”. In un raro momento di empatia, l’assassino se ne e andato a cercare altre vittime. Il ragazzino e sopravvissuto.

Nessuno conosceva l’entita degli attaccanti. Nessuno sapeva che era uno solo. Quello che sapevano era che loro erano disarmati, gli attaccanti no. Sapevano che non ci si poteva ragionare. Molti dicono di aver visto compagni supplicare per la loro vita, con l’unico risultato di farsi sparare a bruciapelo, con rabbia. Due volte, perche il terrorista voleva essere sicuro che non sopravvivessero.

In mezzo a questo terrore, amicizia e altruismo sono riuscite a salvare molte vite. Questa notte abbiamo scoperto tanti coraggiosi eroi tra i nostri giovani. E la loro memoria continuera a vivere anche se non tutti quegli eroi sono sopravvissuti.

Speriamo che il mondo capisca le loro storie, invece di chiamarli egoisti. Noi, il popolo della Norvegia, non li chiamiamo cosi. Sono i nostri eroi. Stiamo cercando di confortare chi e vivo, mentre piangiamo chi e morto.

Le dimensioni di questa tragedia sono difficili da immaginare. In proporzione alla nostra popolazione, questo e come l’uccisione di 5000 persone negli Stati Uniti. Per la Norvegia, questa tragedia e due volte piu grande dell’11 settembre. Il massacro piu grande di questo tipo, in tempo di pace, nel mondo.

Spero che quel giornalista sapra capire le storie che vengono raccontate, senza pretendere scene tipo “Red Dawn” da giovani inermi, impreparati, innocenti e senza alcun addestramento specifico. Mi conforta comunque sapere che lui stesso sarebbe stato il primo a gettarsi eroicamente nella linea di fuoco se mai si fosse trovato - il cielo non voglia - in una situazione simile.